Portare l’agricoltura di precisione al centro dell’innovazione digitale delle imprese agricole italiane, iniziando dalla cooperazione enologica, che può garantire una base ampia di fruitori, i soci viticoltori: questo l’obiettivo di “Mappiamo – Modelli e algoritmi previsionali con la realizzazione di una piattaforma integrata per una agricoltura moderna“, progetto di durata triennale finanziato dal Ministero per lo Sviluppo Economico grazie all’accesso al Fondo per la crescita sostenibile, sportello “Agrifood”, Piano operativo nazionale 2014-2020, a cui ha aderito la veneta Cantina Valpolicella Negrar (Negrar-VR), insieme alla campana La Guardiense (Guardia Sanframondi- BN) e all’abruzzese Cantine Citra (Ortona-CH). A darne l’annuncio è stato L’Enologo, periodico di Assoenologi, in un articolo di approfondimento nel numero di marzo 2021. Il progetto ha la supervisione scientifica del prof. Attilio Scienza ed è progettato e coordinato da Sovedi srl in stretta collaborazione con Fondazione Bruno Kessler, MPA Solutions Soc. Coop., Enogis sl ed Ager Soc. Coop.
Un Registro di campagna avanzato. Nel progetto saranno realizzati, per ogni areale di indagine, modelli predittivi per i livelli produttivi e la qualità delle uve basandosi su dati satellitari, dati rilevati in campo e dati presenti nei gestionali delle cantine. L’analisi incrociata dei dati consentirà, fra le altre cose, di identificare infestanti prima che proliferino e quindi di intervenire in modo mirato, risparmiando risorse materiali e temporali ed effettuando interventi più efficaci, che incidono positivamente sulla qualità del vino.
Condivisione di conoscenza. Ha riferito alla rivista Daniele Accordini, enologo e dg della cantina cooperativa negrarese: “Nell’ambito di un’azienda vitivinicola il processo di produzione dell’uva è rimasto, fino ad oggi, fuori dall’innovazione digitale. L’utilità di “Mappiamo” è di fornire una piattaforma digitale e georeferenziata in grado di dare nuovi strumenti di supporto alle decisioni – dai trattamenti all’epoca di vendemmia – con dati diffusi e consultabili in tempo reale non solo dai tecnici di campagna ma anche da tutti i soci delle cantine sociali, e questo significa diffondere indirettamente conoscenze a tutto il territorio e incrementare il livello qualitativo e sostenibile di tutte le produzioni coinvolte“. Ha aggiunto Accordini: “La sperimentazione consentirà di risolvere uno dei problemi più importanti per le cantine cooperative: il fatto di essere costituite da tanti soci con piccole superfici aziendali, distribuiti in gradienti microclimatici diversi, con forme di allevamento e produttività diverse. Ciò impedisce spesso un’analisi localizzata precisa e tempestiva, mentre così potremo fare dei calendari di conferimento specifici per ogni singolo vigneto. Guardando alla visione d’insieme, il progetto consentirà di migliorare il posizionamento competitivo delle cantine cooperative in un mercato sempre più interessato ai temi ambientali e che, grazie alla tecnologia, potrà verificare direttamente la bontà delle pratiche agricole connesse ai nostri vini”.