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30 Settembre 2020

Brasile, un paese che ha l’Italia nel cuore su cui è opportuno investire

Cantina Valpolicella Negrar è fortemente impegnata nel sostenere i propri partner in Brasile, a maggior ragione in questo difficile momento, perché è nelle difficoltà che si colgono le opportunità.

Il Brasile, quinto Stato del mondo per superficie totale (pari al 47,3% del territorio sudamericano) è un Paese promettente per il consumo del vino. Il mercato vale circa 330 milioni di euro e 1.3 milioni di ettolitri, che si combinano ai circa 3 prodotti localmente, secondo le statistiche OIV. Nel 2019, prima della pandemia quindi, le importazioni sono cresciute a doppia cifra in termini di volumi e, se tradotte in Reais, il Real è la moneta locale, del 7% in valore (dati Marco Baccaglio, I numeri del vino, luglio 2020).

E’ un Paese, dunque, su cui è opportuno investire, nonostante i problemi economici strutturali e la costante svalutazione della moneta degli ultimi anni, soprattutto alla luce del fatto che, tra il 1880 e il 1930, è stato meta di un forte flusso di emigrazione italiana, tanto che oggi ospita la più grande popolazione etnicamente italiana fuori dall’Italia (secondo l’Ambasciata italiana a Brasilia, vivrebbero nel paese circa 30 milioni di italiani o discendenti di immigrati italiani). Tra essi, c’è anche Carlos Ernesto Cabral de Mello, 70 anni, il più importante educatore e opinionista sul vino in Brasile che, per parte di madre, fa Nastari, proveniente da Agropoli, vicino a Salerno, in Campania.

Considerato una leggenda per chiunque ami il vino, Cabral si appassiona alla materia da autodidatta fin dal 1969 e da allora con lui inizia “una nuova storia del vino in Brasile”. Nel 1980, ha fondato la prima associazione vinicola brasiliana, la Sociedade Brasileira dos Amigos do Vinho (SBAV). Da oltre 50 anni studia il vino e ha viaggiato pressoché in tutto il mondo, gli mancano California e l’Europa orientale. Attualmente ha pubblicato sei libri sull’argomento ed è da 24 anni consulente per la Grande Distribuzione.

 

Brasile, un paese che ha l'Italia nel cuore su cui è opportuno investire - 1

Soprattutto, Carlos Cabral è un gentiluomo, che ha accolto con grande sollecitudine e cortesia il nostro invito a rispondere ad alcune domande sul mondo del vino brasiliano.

Buongiorno Signor Cabral, potrebbe raccontarci la situazione del mercato del vino in Brasile prima e post Covid-19?

Il nostro consumo di vino a gennaio 2020 era di 2,3 litri pro capite. Alla fine di agosto abbiamo raggiunto i 2,7 litri pro capite. La pandemia ha determinato un notevole aumento del consumo di vino in Brasile. I vini nazionali sono cresciuti del 70% e quelli importati del 45%.  Quest’ultimi, non sono cresciuti di più a causa della forte variazione di cambio (nel gennaio 2020 1 Euro valeva 4,50 Reais, nell’agosto 202 ha raggiunto i 6,70 Reais), il che ha causato una forte contrazione delle importazioni che non sono cresciute quanto si voleva. Una cosa positiva è che la pandemia ha finalmente introdotto l’abitudine a consumare quotidianamente i vini anche senza uscire di casa. La gente ha iniziato a mangiare a casa in famiglia, aumentando di molto il consumo.

 

Può dirci quali sono i vini più richiesti e la fascia di età dei consumatori abituali?

I vini nella fascia di prezzo tra R$ 35,00 (5,37 euro) e R$ 50,00 (7,67 euro) rappresentano il 60% delle vendite, sono vini varietali, con grande preferenza per quelli cileni, portoghesi (di cui un tempo il Brasile fu colonia e che ne ha adottato la lingua, ndr) e brasiliani per la maggior parte. I consumatori più frequenti sono nella fascia di età compresa tra i 25 e i 40 anni.

 

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San Paolo (Brasile), Carlos Ernesto Cabral de Mello degusta i vini Domìni Veneti, brand di eccellenza di Cantina Valpolicella Negrar:

 

Per quanto riguarda il vino italiano?

Nell’ambito dei vini d’importazione, quelli italiani sono passati al 4° posto (sorpassando la Francia, ndr). Primo è il Cile, poi vengono Portogallo, Argentina e Italia. I vini con prezzi FOB (Franco a bordo) inferiori a U$D 2,00 sono attualmente i più importati.

L’Italia ha smesso di promuovere i suoi vini in Brasile tre anni fa. Fino ad allora, abbiamo avuto una presenza costante in Brasile dei Consorzi DOC e DOCG, che organizzavano in modo continuativo degustazioni. Abbiamo conosciuto il periodo del Valpolicella, del Bardolino, del Frascati, del Chianti, del Lambrusco e del Prosecco, poi ci siamo fermati lì, al momento nessun vino italiano è “di moda”. C’è un grande interesse per i vini Super Tuscan, che al momento non si vendono per il loro alto costo. Anche i vini siciliani sono molto graditi.

 

Conosce il territorio vinicolo italiano?

Sì, sono stato in Toscana, Emilia Romagna, Sicilia, Lazio. Ho visitato alcune cantine e fatto turismo, l’Italia è fantastica!

 

Cosa ci può dire per i vini della Valpolicella?

Che sono molto conosciuti e apprezzati, ricordo che Bolla vendeva addirittura 100mila cartoni di vino all’anno! Il brand Valpolicella rimanda sempre alla memoria una tavola abbondante con tanto buon cibo.

 

Qual è il suo vino preferito della Valpolicella?

Amarone e Recioto tutta la vita! Il mio abbinamento preferito è l’Amarone della Valpolicella intenso, molto profumato e raffinato abbinato ai piatti di carne rossa e selvaggina.

 

Quale futuro prevede per il mercato del vino ed in particolare per quello dei vini italiani

L’Italia è molto cara al Brasile! Siamo tutti oriundi! L’influenza italiana è molto forte, soprattutto in fatto di cibo, quindi i vini italiani hanno grandi opportunità per essere consumati nuovamente. Ciò che rende difficoltoso il mercato oggi sono il tasso di cambio sfavorevole e i dazi, l’Unione Europea dovrebbe fare di più per ridurli.

 

Questi sono i vini degustati dal signor Cabral a San Paolo (Brasile) durante un meeting virtuale organizzato con Cantina Valpolicella Negrar:

Per la Collezione “Il Viaggio” Cantina Negrar:

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